Nel momento stesso in cui la vergine diede alle parole dell'angelo il suo assenso, il Figlio di Dio, per opera dello Spirito Santo, si incarnò nel seno purissimo di lei; e così ebbe principio la salvezza del genere umano.
Ecco l'oggetto della festa: oggetto che si può dire duplice, perché si riferisce a due grandi misteri che sono: l'Incarnazione del Verbo nel seno di Maria e la divina maternità dell'umilissima vergine Maria. «lo ti saluto, esclama san Gregorio Taumaturgo, tempio del Dio vivente; perché tu darai alla luce la suprema gioia del mondo: sarai la gloria delle vergini, il giubilo delle madri».
Era preparata e divinamente adorna la casa in cui doveva abitare Colui che né il cielo, né la terra possono contenere. «Maria, commenta san Pier Crisologo, è piena di quella grazia che diede gloria al Paradiso, Dio alla terra, la fede alle genti, la morte ai vizi, l'ordine alla vita, una regola ai costumi». E sant'Agostino: «Maria è ripiena di grazia, Eva è mondata dalla sua colpa; la maledizione di Eva si cambiò nella benedizione di Maria». San Bernardo dice: «la meravigliosa Incarnazione del Verbo è un mistero che la SS. Trinità ha voluto operare da Se stessa in Maria: sola e con Maria sola. Solo alla beata Vergine fu dato a comprendere quello che ella doveva provare».
Nel giorno dell'Incarnazione il cielo cominciò a riguardare benignamente la terra, I'uomo poté sollevare il capo e il demonio cominciò a tremare perché la preda stava per sfuggirgli.
Quali punti ricavare da questa solennità?
1) La dignità della Vergine, per essere stata scelta a divenire la Madre del Figlio di Dio, ha dell'infinito; poiché, come dice sant'Agostino, «nessuna creatura uguaglia Maria». La divina Maternità, in lei, spiega tutte le grazie e tutti i privilegi che le furono accordati, come spiega la sua sovranità nel cielo e sulla terra. «L'eccellenza infinita del frutto, dice sant'Alberto Magno, è I'indizio di una certa eccellenza infinita nell'albero; e qui è il Figlio che comunica, senza misura, questa eccellenza a sua Madre».
2)Ammiriamo le grandi virtù di Maria; e congratuliamoci con lei per l'alto onore che le ha fatto il Signore, veneriamola profondamente. Ringraziamola pure del grande contributo che ella portò all'opera della Redenzione; e, nel tempo stesso, animiamoci alla più grande confidenza e devozione verso di lei.
3) L'annunzio dell'angelo Gabriele a Maria SS. è ricordato da Dante come il più grande avvenimento che decise la salvezza del genere umano:
«L'Angelo che venne in terra col decreto della molt'anni lacrimata pace, che aperse il ciel dal suo lungo divieto » (Purg. X, 34-36).
Il poeta, rifacendosi al testo di san Luca (1,26-28), accenna precisamente all'annunzio della nascita del Salvatore, sospirata da sì lungo tempo. Dice «lacrimata pace» quella che si compì tra Dio e l'uomo e che fu implorata con lacrime. Questa pace aprì agli uomini il cielo che era stato ad essi chiuso, per il peccato di Adamo, fino alla morte di Gesù Cristo, prima della quale «spiriti umani
non eran salvati» (Inf. IV, 63).
Ed è quello che dice san Tommaso: «Per il peccato era chiuso all'uomo I'ingresso del regno del cielo… prima della passione di Gesù Cristo nessuno poteva entrare nel celeste regno».
4) L'«Angélus Domini» ricorda il beneficio dell'Incarnazione. Il pontefice Urbano II, nel concilio tenuto a Clermont nell'anno 1095, stabilì che ogni giorno si suonassero le campane al mattino, al mezzodì e alla sera; e che ogni volta si recitasse la «salutazione angelica» Lo scopo del Pontefice fu quello di indurre i fedeli a lodare e ringraziare Dio del beneficio dell'Incarnazione.
Beato Alberione |